Il Comune di Roccapiemonte sorge presso al riva sinistra del torrente Solofrana, ai piedi del monte Solano, dal quale si gode un’ampia vista della pianta del Sarno, del Vesuvio, di parte del golfo di Napoli e di quello di Salerno.

 
Il toponimo e’ composto dall’unione del termine “rocca”, riferito probabilmente al castello medioevale situato sul Solano, con il nome di luogo “Pimonte”, ovvero “pie’ di monte”, un villaggio sorto ai piedi del monte Solano, verso il XII secolo, intorno a un monastero o a una chiesetta dedicata a San Quirico.L’atto di nascita del castello, denominato da Guaimario, principe di Salerno, Rocca di San Quirico, risale al 1042: in questa data: Guimario fece iniziare la costruzione, sulla cima del Solano, di una rocca destinata a proteggere le strade militari delle valle sottostanti.
 
Nel 1059 Roberto Guiscardo assegno’ San Leone, abate di Cava (http://www.cavaturismo.sa.it/), la maggior parte delle terre della Rocca di San Quirico. Seguirono poi altre elargizioni al monastero cavese, il cui abate esercitava su questi territori un’autorita’ illimitata. Nel 1169 divenne castellano divenne castellano della rocca Guglielmo de Conturso, della famiglia degli Altavilla.
 
Con la morte dell’ultimo Altavilla la rocca ando’ nelle mani degli Svevi: negli anni 1214, 1218 e 1223 furono rispettivamente castellani Manerio de Rapoano, Ugone de Rocca e Pietro Marchesano, fedeli a Federico II. Nel 1279 divenne signore della rocca Giacomo di Bursone o Brussone, che si era unito in matrimonio a Ilaria Filangieri. A Giacomo successe il figlio Riccardo, e dopo il 1340, subentra la contessa Angela de Capua, duchessa di Satriano. Nel 1349 il castello fu donato da Giovanna I d’Angio’ a Niccolo’ Acciaiuoli. Sotto Ladislao fu concesso alla famiglia Latro.

 
Nel XIV secolo Rocca fu divisa in tre circoscrizioni amministrative (Universita’ denominate Rocca Corpo, Rocca Monastero e Rocca Casalium, che rimasero tali fino al 1806, quando ottennero lo statuto di liberi comuni.Nel 1413 divennero signori del castello gli Zurlo. Sotto gli aragonesi, poi, la rocca passo’ Piscitelli.Nel Cinquecento il feudo fu venduto dai Piscitelli a Ferdinando Spinelli, duca di Castrovillari, al quale successe Giovanni Battista, che nel 1550 fu condannato a cedere a Isabella Caracciolo, duchessa di Castrovillari, la terra di Roccapiemonte.
 
La Caracciolo la governo’ in nome del figlio Troiano Spinelli. Nel 1625 il feudo, gia’ denduto in precedenza ai Gaudioso e ai D’Amato, fu alienato, per 32.600 ducati, a Ettore Ravaschieri, principe di Satriano e duca di Cardinale. Nel 1689 l’abate di Cava cedette il feudo al conte Antonio Ravaschieri che lo acquist?r 3000 ducati con l’obbligo di passare annualmente all’abbazia di Cava tredici ducati e tredici galline. Il governo feudale dei Ravaschieri si estese su tutte le tre Universita’ e si protrasse per molto tempo. Ultima discendente della famiglia la principessa Ornella Ravaschieri Fieschi, figlia di Vincenzo, ultimo duca di Roccapiemonte.

 

I resti del castello e le chiese

 

I ruderi del Castello, situato sul monte Solano, risalgono all’età longobarda. Sono visibili i resti della triplice cinta muraria e le due porte con la torre di vedetta a forma cilindrica.
 

Il castello subì nell’anno 888 l’assedio dei Saraceni, e venne gravemente danneggiato dal violentissimo terremoto del dicembre 1631, tanto che nel 1636 il conte Giovanni Battista Ravaschieri vi apportò radicali riparazioni. Nuovi danni furono provocati durante il terremoto del 1857.
 

Sulle falde di una massiccia muraglia rocciosa denominata Caruso (252 metri) è situato il Santuario di Santa Maria di Loreto. L’aspetto esterno, nella sua parte inferiore, è caratteristico del XII secolo.
 

Dedicata al patrono è la Chiesa di San Giovanni Battista, menzionata in un atto di donazione del 1081, con il quale Giliberto il Normanno cedeva alcuni beni all’abate di Cava. L’edificio ha subito numerosi rifacimenti, i più significativi dei quali furono completati nel 1761. Nel 1859 la chiesa venne ampliata nei bracci della crociera e fu arricchita della Cappella di Santa Maria delle Grazie, oggi restaurata, nella quale troneggia una bella immagine dell’Immacolata.
 

La Chiesa di Santa Maria del Ponte sorse nel secolo XV per volontà della famiglia Rescigno. Nel XVI secolo fu restaurata e donata di una rendita di quattro ducati annui. L’edificio fu ampliato nel 1575 e restaurato dopo il terremoto del 1857. Il 18 dicembre 1975 è stato consacrato un nuovo altare costruito in Birmania. Fa parte di questa la Cappella di San Nicola di Bari, risalente al XII secolo.
 

Meritano una menzione anche la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, sorta nel XII secolo nella frazione di Casali, e laChiesa di San Pasquale, un tempo Chiesa di Santa Maria di Codola, restaurata nel 1951, che conserva un portale del XII secolo. Un vero gioiello d’arte e di architettura è la gentilizia Cappella dell’Addolorata o di San Vincenzo, costruita nel 1720, su disegno dell’architetto Ferdinando Sanfelice, presso al cinquecentesca Villa Ravaschieri.

La fronte originaria è stata sostituita da una facciata gotica, mentre l’interno, a navata unica, presenta una pianta ottagonale. L’edificio, che un tempo conteneva cinque altari, ospita due sarcofagi con i resti mortali dell’ultimo duca di Roccapiemonte,Vincenzo Ravaschieri, e della sua consorte, Beatrice Potenziani. Nella chiesa è custodito anche un bassorilievo in marmo del grande scultore Giovanni Dupré.
 

Pregevoli sono la Cappella dell’Arciconfraternita del Santissimo Corpo di Cristo, ricca di stucchi decorati, la Cappella del Convento delle suore dell’Addolorata in San Potito, risalente al secolo XIX, al rurale Cappella della Pietà, del XIX secolo, e al Cappella di San Rocco in località Casali.

Degni di interesse sono anche diversi palazzi gentilizi: Palazzo Marciano situato nella frazione Casali, Palazzo Romano ePalazzo Romaldo, dotato di un’importante scala, opera dell’architetto Sanfelice.

 

I Majo e l’ Intreccio
 

Ogni anno, il 1° maggio, i sindaci di Roccapiemonte e Nocera Superiore organizzano la Festa del Majo.

La manifestazione, che risale all’inizio del Seicento, consiste nel trasportare in corteo dei ramoscelli verdi adorni di fiori e di foglie, simbolo della fecondità della vegetazione. I sindaci dei due comuni si incontrano con i rispettivi cortei nel piazzale della Basilica di Materdomini, si scambiano le fusciacche e poi entrano in chiesa: un ricordo dell’omaggio, oggi rappresentato da tre alberelli, che feudatari e soldati porgevano all’abate de convento.
 

Altamente coreografico il cosiddetto “Intreccio”, spettacolo di danze durante il quale i ballerini si intrecciano reggendo fra le mani dei rami flessibili di vite pieni di fiori. Assai significative sono anche la Festa della Madonna di Loreto e la Festa della Vergine Immacolata, che si svolge l’ultima domenica di agosto.
 

Roccapiemonte vanta un’abbondante produzione di cereali, patate, fagioli, pomodori e frutta. Inoltre numerose piccole aziende industriali operano nei settori metalmeccanico e alimentare.In passato il paese ha creato ottimi scalpelli, specializzati nel restauro di opere d’arte.
 

Fino agli inizi del Novecento, inoltre, è stato intenso lo sfruttamento del tufo giallo presente nel sottosuolo del comune.

 

Il Territorio

 

Provincia di Salerno

Abitanti: 9217

Superficie: kmq 5,22

Altitudine: m 86

Indirizzo Internet:

E-mail: Comune di Roccapiemonte

Denominazione abitanti: Rocchesi

Festa patronale: San Giovanni

Distanza da Salerno: km 15

Frazioni e localita’: Casali, San Potito

Autostrada Casello A30: Castel San Giorgio

Comuni limitrofi:

Castel San Giorgio
Mercato San Severino
Cava de’Tirreni
Nocera Superiore
Nocera Inferiore

Aderisce al Patto comunitario dell’Agro Nocerino Sarnese